Ma chi lo cambia il mondo?

David mostra agli altri come sarà l’apocalisse… e parla “Quale essere umano ragionevole non si sarebbe infiammato nel vedere la distruzione di ciò che conosce e ama? Per salvare la civiltà, avrei mostrato il suo crollo!

Ma come credi che sia stata recepita questa visione? Come credi che abbiano risposto (…gli esseri umani…) alla prospettiva del disastro imminente?

L’hanno trangugiata come un bignè al cioccolato: non hanno avuto paura della loro fine, l’hanno riconfezionata, per poi goderne con un videogioco, in tv, con un libro o un film.

Il mondo intero ha abbracciato con entusiasmo l’Apocalisse e si è lanciato verso di essa con un abbandono godurioso.

Nel frattempo la vostra terra si sbriciolava intorno a voi. Ci sono epidemie di obesità da una parte e di fame dall’altra, come te lo spieghi?

Api e farfalle cominciano a scomparire, i ghiacciai si sciolgono, le alghe si moltiplicano dappertutto. Il canarino nella miniera di carbone è morto stecchito e voi non vi accorgete di niente!

In ogni momento c’è la possibilità di un futuro migliore, ma non volete crederci, e poiché non ci credete non fate quello che è necessario perché diventi realtà. Perciò rimuginate su un “terribile futuro” e vi rassegnate ad esso.

Per una ragione: perché quel futuro non vi chiede di fare niente oggi…. Vi siete arresi “…

Credo che questo piccolo monologo tratto da Tomorrowland sia sicuramente condivisibile, almeno in parte… guardate l’isola di plastica che galleggia in mezzo al Pacifico grande tre volte la Francia, consideriamo che stiamo ormai bevendo plastica e che scarichiamo in mare dalle Otto alle Dieci Milioni di tonnellate di rifiuti per due terzi plastici.

Per avere un idea della mole di rifiuti basti pensare che in Italia ne produciamo circa trenta milioni di tonnellate totali all’anno, tradotto vuol dire che è come se ogni italiano buttasse in mare una confezione di plastica ogni tre… Paura eh? Ma non abbastanza.

E quindi che si fa? Quaranta anni fa già ci si batteva contro la caccia alle balene, vi ricordate il manifesto “Save the Whale”? Già nel 1986 venne vietata e comunque ancora oggi alcuni paesi continuano indisturbati a cacciare questi grandi mammiferi..

Tutti sappiamo che l’inquinamento è in aumento, che il nostro sviluppo è ormai insostenibile ma pare che nessuno dei grandi, Nazioni o altro di pari importanza, faccia qualcosa per frenare questa caduta vertiginosa che SICURAMENTE porterà noi sull’orlo dell’estinzione.. come si dice “Occhio per occhio e Dente per Dente”, come cita la legge del Taglione, e per la natura è proprio così.

Sembra proprio che nessuno possa salvarci da noi stessi, che tutte le speranze siano perdute e che il mondo è spacciato, e che i decaloghi su come “iniziare” a salvare il mondo servano relativamente a poco.

E quindi? Che si fa? Aspettiamo in silenzio che sparisca tutto e che il futuro sia pari pari ai vari Fahreneit 451, il Mondo Nuovo e 1984? E’ questo il futuro che aspetta i nostri nipoti?

Non lo so. Vorrei che i miei discendenti possano vivere in un tempo migliore rispetto al nostro, quello per intenderci in cui le grandi scoperte saranno applicate alla nostra vita di tutti i giorni, dove la natura e l’uomo possano convivere quotidianamente e soprattutto dove tutti possano utilizzare al meglio le loro possibilità per godersi una vita pregna di significato!

So di certo però che per apprezzare il luogo in cui si vive bisogna viaggiare, sottolineo il “BISOGNA”, meglio se letteralmente ma, in mancanza dei mezzi o della possibilità materiali, anche con un buon libro può farti viaggiare e farti desiderare di apprendere ancora di più.

Viaggiare presuppone il conoscere altri luoghi migliori, da cui prendere spunto, e peggiori, sempre da cui prendere spunto.

Viaggiare significa conoscere, apprezzare e stringere amicizia con moltissime persone che possono sempre darci qualcosa da mettere nel nostro bagaglio di esperienze e culturale, nel bene e nel male.

Viaggiare significa conquistare giornalmente con i propri occhi un pezzettino in più dell’Universo in cui viviamo.

Viaggiare dona un nuovo significato alla parola esperienza. Per innamorarsi di un posto bisogna anzitutto vederlo!

Viaggiare è un modo sicuro per cominciare a cambiare il mondo, almeno il proprio, e, cambiando in micro potremmo cambiare anche in macro.

…e voi che ne dite? Diteci come state salvando il mondo!

 

“Non ereditiamo la terra dai nostri antenati, la prendiamo in prestito dai nostri figli” proverbio Nativi Americani…

In ogni momento c’è la possibilità di un futuro migliore, crediamoci allora!

Bye Bye Italy!

Paulo Coelho parla del viaggio in questi termini; «Quando si viaggia si sperimenta in maniera molto più concreta l’atto della rinascita. Ci si trova dinanzi a situazioni del tutto nuove, il giorno trascorre più lentamente e, nella maggior parte dei casi, non si comprende la lingua che parlano gli altri. È proprio quello che accade a un bambino appena nato dal ventre materno».

Che dire… è vero. Ogni giorno ci svegliamo e ogni giorno è differente nonostante ci troviamo sempre sulla nostra barchetta. Ci si sveglia in parte aspettandosi già qualcosa di preciso ed in parte sai già che dovrai imparare qualcosa di nuovo, che incontrerai un nuovo amico. Ci dicono che per fare la nostra strada (di cui a dir la verità siamo orgogliosi) ci vuole appena qualche giorno. E’ vero, ma noi, dato che non abbiamo una meta precisa, non abbiamo fretta di arrivare da nessuna parte. Finalmente non siamo turisti ma per una volta nella vita siamo veri viaggiatori, preoccupati dal meteo e non dal tempo.

Ci siamo voluti concedere questa possibilità, a prescindere da tutto. In ogni caso la nostra Gentilina ha avuto ed avrà bisogno di cure costanti (al momento siamo in attesa della pompa acqua del motore, ed anche per questo siamo fermi da tempo). Ne approfittiamo per fare tutti quei lavori che non avremo voglia di fare una volta arrivati in Grecia.

Si, perchè il programma che abbiamo abbozzato prevede la nostra partenza da Brindisi per Otranto venerdì 23 marzo prox. Sarà una tappa tecnica, la mattina successiva ci sveglieremo di buon ora e traverseremo il Canale di Otranto fermandoci in rada ad Erikoussa, nostra prima tappa estera e prima delle Isole Diapontie. Erikoussa, quasi sconosciuta, si chiama così grazie all’abbondantissima Erica, che a primavera fiorisce, e quindi mi pregusto già uno spettacolo pirotecnico di colori! Gli Italiani la chiamarono Merlera nel XVI secolo D.C. E’ stata Veneziana, Francese, Britannica ed infine Greca.

Molti pensieri mi passano per la testa, ma soprattutto immagini. Pensando a questa isola mi viene in mente il Conte di Montecristo, non il libro, bensì il film interpretato da Gerard Depardieu. Quando arriva nuotando sull’isola e scava trovando il tesoro promesso dall’abate Faria, il suo mentore della cella a fianco alla sua nel Castello d’If.

Il nostro tesoro non saranno gemme preziose, dobloni d’oro o gioielli ma qualcosa di intangibile eppure molto più prezioso. La nostra famiglia conoscerà una nuova nascita data proprio dal cambiamento vero e proprio. Al momento, nonostante la nostra rotta ci abbia portato dal Nord al Sud Italia possiamo considerarci ancora in casa nostra.

La Grecia sarà quindi il banco di prova per le nostre prossime avventure marine. Vogliamo riscoprirci bambini per tornare a giocare con i nostri piccoli. Vogliamo riscoprire noi stessi scoprendo insieme le meraviglie dell’ambiente circostante.

In “Mediterraneo”, di G. Salvatores, uno dei miei film preferiti (…e forse un pò anche per colpa sua che abbiamo deciso di andare in Grecia) ad un certo punto il tenente Lorusso dice “Una vita è troppo poco. Una vita sola non mi basta. Se conti bene non sono neanche tanti giorni. Troppe cose da fare, troppe idee. Sai che ogni volta che vedo un tramonto mi girano i coglioni? …perché penso che è passato un altro giorno. Dopo mi commuovo, perché penso che sono solo. Un puntino nell’universo. I tramonti mi piacerebbe vederli con mia madre, e con una donna che amo. Invece le notti mi piacerebbe passarle da solo; da solo, magari con una bella –tr 🙂 censura ia–, che è meglio che da solo.”

Ed ora, una volta pulita, profumata, riassemblata la nostra Gentilina, il progetto Valeila Sail riprende la sua rotta verso sud!

Se qualcuno in ascolto è già stato ad Erikoussa aspettiamo sempre nuovi consigli! Un abbraccio!

…Fuggendo inseguito dalla tigre, l’uomo arriva sull’orlo di un precipizio, si aggrappa a una radice e si lascia penzolare nel burrone. La tigre sopra di lui lo fiuta. Lui guarda in basso e vede un’altra tigre che lo fissa. Allora, lui guarda la radice a cui è appeso e vede che due topini si sono messi a rosicchiarla. Allora lui guarda alla sua destra e vede una minuscola pianta con una fragola, una fragola rossa, matura. Stende la mano e la mangia. La fragola era dolcissima…

La morale che ho tratto da questa famosa storia, per me, è che bisogna vivere nel presente, sul passato non esercitiamo nessun controllo e del futuro non c’è certezza… e per voi?

Valeila Sail e Giornale della Vela

Ciao a tutti! Eccoci qui! Siamo particolarmente orgogliosi di essere stati inseriti nel numero di Marzo 2018 del Giornale della Vela!

Un ringraziamento speciale va a Eugenio Ruocco! Grazie per il bellissimo articolo! A presto!

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Valeila Sail Episode 007 Brindisi e Lavori in Barca

Episodio 007 Brindisi e Lavori in Barca è online!! https://youtu.be/_ikat5bKlVw 🗺⛵❤ Follow us on http://www.valeila.com or https://www.facebook.com/valeilasail
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