Impianto strumentazione barca Gentilina


La Strumentazione di Gentilina.. cosa abbiamo cambiato, cosa abbiamo mantenuto e cosa abbiamo aggiunto! Per i curiosi elettronici 🙂
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Valeila Sail Episode 002 In attesa della partenza

Auguri! In attesa della partenza ringraziamo tutti coloro che partecipano alla nostra avventura! Un medley sul vivere in barca in 4 minuti. Buone feste

 

 

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Capitani Coraggiosi

Vogliamo condividere con tutti voi questo bellissimo articolo scritto da Leo, il proprietario de La Locanda del Nibbio. È veramente bello! Grazie Leo… qui il link dell’articolo! E qui se avete bisogno di una base nel Delta del Po potrete contattare direttamente Leo 😀🤙

…“Pronto ciao sono Marina, ho la mia barca ormeggiata qua a Porto Levante. Ho visto dal tuo sito web che hai degli appartamenti nei dintorni, ne hai uno libero per i miei genitori che vengono a trovarmi?”

“certo che si, fra dieci minuti vengo a portarti le chiavi”

Ogni tanto succede che chi ha una barca in darsena si rivolge a me per ospitare amici o parenti.

Raggiungo l’imbarcazione ormeggiata in marina, e trovo ad accogliermi una ragazza con il suo compagno e i loro due figli.

“Ciao Leo, sali in barca che ti offro un caffè”

Era una giornata veramente fredda e ventosa, di quelle che stai bene davanti al caminetto con la copertina; ci voleva proprio una bella tazza calda per scaldare la pancia.

Tazza che ha scaldato anche il cuore, dato che dall’improvvisato convivio ne è venuto fuori un racconto che ancora adesso mi lascia a bocca aperta.

“Sai Leo, io e Fabio avevamo un lavoro che ci dava i soldi per vivere una vita dignitosa, avevamo la nostra casa, le nostre comodità, ci facevamo la nostra vacanza estiva. Si, tutto bello, ma questo sistema di vita ci portava a vivere come nella ruota dei criceti dentro una gabbia, ci sentivamo prigionieri delle cose materiali, L’idea di casa che per molti è il coronamento del loro sogno di avere un proprio focolare domestico. Per noi invece era la paura di entrare in un perpetuo meccanismo che in sequenza si sarebbe tradotto in sveglia-colazione-doccia-lavoro-pranzo-lavoro-cena-televisione-letto.

Per la mia famiglia rimanevano solo gli spiccioli del weekend, ma c’era troppo poco tempo per fare tutto ciò che non si era riusciti a combinare durante la settimana. La nostra era sì una famiglia, ma solo sulla carta, di fatto eravamo quattro anime che occupavano lo stesso tetto, con interazione fra di noi ridotta al lumicino.

E tutto questo per cosa? per ritrovarci una casa e una vita piena di cianfrusaglie e bisogni inutili, due soldi nel cassetto, e zero tempo per me Fabio e i nostri figli?”

“Eravamo di fronte ad un bivio: rimanere nel nostro brodo vita natural durante, oppure rompere totalmente gli schemi, e riappropriarci della nostra vita.

Ma bisognava avere un piano per disancorarci da un sistema colabrodo che fa acqua da tutte le parti.

Quale idea migliore se non usare la stessa acqua per farci navigare i nostri sogni?!

Ed ecco il piano: via la casa, via il posto fisso, via agli abbonamenti alla televisione, via tutto! Con quei soldi ci siamo comprati una barca, l’abbiamo ristrutturata, messa in acqua, ed ora ci apprestiamo a salpare da Porto Levante per un viaggio itinerante in giro per il Mediterraneo. Durerà mesi, anni, boh, intanto partiamo!”

La domanda sorge spontanea: ma come farete a sbarcare il lunario?

“Abbiamo un po’ di risparmi, ma vivremo di sponsor, faremo charter, e mangeremo anche con quello che ci dà il mare. Ma avremo un sacco di tempo per pensarci”

ok ma i marmocchi dovranno pur studiare, no?

“Certo, i nostri figli riceveranno un educazione parentale, in pratica noi gli faremo da maestri, e a fine anno dovranno sostenere un esame di stato, ovunque essi siano.”

“Ma poi pensa quale grande occasione daremo a loro, potranno visitare e toccare con mano luoghi come Cartagine, Atene, Alessandria d’Egitto, un privilegio che pochi dei loro coetanei hanno, dato che chi frequenta una scuola “normale” non avrà mai queste opportunità se non vedere gli stessi luoghi in fotografia sui libri di storia o geografia. E poi pensa all’ apertura mentale che avranno quando si interfacceranno con ragazzini di culture differenti dalle loro….”

Certo che avete un coraggio incredibile!

“Si, ce ne vuole una bella dose, ma solo per fare il primo passo, quasi come quanto quello necessario per tuffarti da un trampolino, sotto vedi il vuoto e hai le gambe che tremano, ma tre-due-uno, e via, si vola, e quando riemergi dal tuffo hai un eccitazione tale che vuoi farlo di nuovo”

Messo i piedi a terra mi venne in mente una frase attribuita a Cristoforo Colombo che recita così :“L’uomo non può scoprire nuovi oceani se non ha il coraggio di perdere di vista la riva”

Penso che ognuno di noi nasce con una riva e un orizzonte.

E un trampolino.

Buon viaggio capitani coraggiosi!…

#lavitaindiretta

Ed eccoci su #lavitaindiretta, puntata del 11 dicembre 2017. Nostra signora del Mare (Marina) in studio e Fabio con i bimbi in collegamento dalla barca! Grazie a tutti coloro che hanno permesso a questa puntata di nascere!
 
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Coraggio

Da quando abbiamo deciso di imbarcarci in questa impresa molti ci dicono che abbiamo avuto un coraggio da leoni a voler cambiare così radicalmente le nostre vite. Coraggio.

Non lo so. E’ stata più un’analisi ben ponderata delle nostre rispettive vite e della qualità delle stesse. Inutile dirvi cosa abbiamo deciso di fare! Semmai il coraggio lo abbiamo trovato solo per compiere il primo passo, ma non ne serve poi così tanto. Le cose poi, come solo il destino sa fare, sono susseguite e si sono disposte ordinatamente in base alle necessità del momento.

E’ vero che non sono in molti a fare questo tipo di scelta. La maggior parte di coloro che si sono interessati alla nostra storia e a cui piacerebbe fare lo stesso è preoccupata per i soldi. Anche noi lo siamo ma tra l’essere preoccupati ed il sentirsi imprigionati in una vita quasi immota per una cosa come i soldi non c’è stata storia. Si rischia, e qui voglio ricordare che la fortuna aiuta gli audaci.

Una restante parte è scioccata perché abbiamo due bambini. E già, due bimbi, uno dei quali inoltre non frequenterà la normale scuola dell’obbligo… E io qui vi chiedo, se aveste potuto scegliere la vostra infanzia avreste deciso di passare otto ore al giorno per cinque giorni alla settimana per nove mesi all’anno chiusi in un edificio a cercare di capire il perché siete li e non fuori a giocare e di conseguenza imparare con un ritmo diverso? Cosa potranno mai imparare di più in classe piuttosto che toccare con mano i paesi che studiamo sui libri, ad essere tutto il giorno all’aria aperta per rafforzare il proprio fisico e le proprie difese immunitarie? A 10 anni pensiamo che due ore di lezione al giorno siamo abbastanza..

Credo che la risposta sia scontata.

Molti altri invece ci dicono che loro non avrebbero mai il coraggio di fare una cosa del genere. Ma io ho pensato, dopo aver scelto questo tipo di vita, e come dicevo prima, che il coraggio non è che una minima parte degli ingredienti necessari a creare questa combinazione. La cosa primaria che pochi hanno purtroppo è il tempo. Ed infatti per dedicare del tempo ai nostri figli come dovrebbe essere normale abbiamo dovuto rompere delle regole, decidere di uscire dalla vita imposta dalle nostre città e dai nostri paesi e metterci a fare praticamente i vagabondi del mare.

Tutto ciò solo per poterci dedicare  l’uno all’altra. Ora, io non so se sia giusta la nostra scelta oppure sarebbe stato meglio mantenere la nostra casetta, accumulare dei soldini per la vecchiaia e visitare il nostro amico mare un paio di settimane l’anno…ma al momento stiamo bene così.

Ciò che abbiamo scelto viene chiamato downshifting, scalare marcia, vivere la vita più lentamente. Chiunque di voi ha dei figli sa che i sabati e le domeniche sono i giorni più pregni di significato della settimana, ma anche i più faticosi. Perché se ti vuoi dedicare alle persone che ti circondano devi necessariamente prestare massima attenzione per farli sentire sicuri e protetti. Mentre nella nostra vita “normale” tale compito era affidato ai nostri lavori, alle maestre dei ragazzi, a volte ai nonni o agli zii, ora siamo noi, noi tutti intendo, che abbiamo la responsabilità in primis di noi stessi, in secondo luogo della compagna/o e dei figli.

E il ritmo cambia, e di parecchio.

Bisogno ascoltarsi, soprattutto in uno spazio ristretto come una barca. Bisogna fermarsi ed ascoltarsi. Questo è il coraggio che ci vuole per cambiare. Cambiare le abitudini acquisite in anni di vita “normale” ed affidarsi al proprio Io, quello che era rimasto nascosto mentre battevamo sugli smartphone e sulle tastiere, quello che ci guardava mentre eravamo sul divano a guardare la tv, quello che ci spiava mentre inesorabilmente aspettavamo inconsciamente che la giornata terminasse per riposarci sapendo che il giorno dopo saremmo ripartiti con un bel sorriso stampato in faccia, in poche parole il Bambino che da piccolo si arrampicava sugli alberi e guardava il mondo a testa in giù, e che nel suo profondo sapeva che non voleva essere grande proprio per non assomigliare agli adulti.

Bene, ora stiamo cercando di liberare proprio quell’Io a cui poco importa se le scarpe sono abbinate alla cintura, a cui importa ancora meno dell’opinione degli altri in merito alla sua vita…

L’Io che tutti abbiamo via via smesso di ascoltare ma che tutti dovremmo riuscire almeno a sentire bisbigliare.

Questo è il coraggio di cambiare. Solo sapersi ascoltare.