Coraggio

Da quando abbiamo deciso di imbarcarci in questa impresa molti ci dicono che abbiamo avuto un coraggio da leoni a voler cambiare così radicalmente le nostre vite. Coraggio.

Non lo so. E’ stata più un’analisi ben ponderata delle nostre rispettive vite e della qualità delle stesse. Inutile dirvi cosa abbiamo deciso di fare! Semmai il coraggio lo abbiamo trovato solo per compiere il primo passo, ma non ne serve poi così tanto. Le cose poi, come solo il destino sa fare, sono susseguite e si sono disposte ordinatamente in base alle necessità del momento.

E’ vero che non sono in molti a fare questo tipo di scelta. La maggior parte di coloro che si sono interessati alla nostra storia e a cui piacerebbe fare lo stesso è preoccupata per i soldi. Anche noi lo siamo ma tra l’essere preoccupati ed il sentirsi imprigionati in una vita quasi immota per una cosa come i soldi non c’è stata storia. Si rischia, e qui voglio ricordare che la fortuna aiuta gli audaci.

Una restante parte è scioccata perché abbiamo due bambini. E già, due bimbi, uno dei quali inoltre non frequenterà la normale scuola dell’obbligo… E io qui vi chiedo, se aveste potuto scegliere la vostra infanzia avreste deciso di passare otto ore al giorno per cinque giorni alla settimana per nove mesi all’anno chiusi in un edificio a cercare di capire il perché siete li e non fuori a giocare e di conseguenza imparare con un ritmo diverso? Cosa potranno mai imparare di più in classe piuttosto che toccare con mano i paesi che studiamo sui libri, ad essere tutto il giorno all’aria aperta per rafforzare il proprio fisico e le proprie difese immunitarie? A 10 anni pensiamo che due ore di lezione al giorno siamo abbastanza..

Credo che la risposta sia scontata.

Molti altri invece ci dicono che loro non avrebbero mai il coraggio di fare una cosa del genere. Ma io ho pensato, dopo aver scelto questo tipo di vita, e come dicevo prima, che il coraggio non è che una minima parte degli ingredienti necessari a creare questa combinazione. La cosa primaria che pochi hanno purtroppo è il tempo. Ed infatti per dedicare del tempo ai nostri figli come dovrebbe essere normale abbiamo dovuto rompere delle regole, decidere di uscire dalla vita imposta dalle nostre città e dai nostri paesi e metterci a fare praticamente i vagabondi del mare.

Tutto ciò solo per poterci dedicare  l’uno all’altra. Ora, io non so se sia giusta la nostra scelta oppure sarebbe stato meglio mantenere la nostra casetta, accumulare dei soldini per la vecchiaia e visitare il nostro amico mare un paio di settimane l’anno…ma al momento stiamo bene così.

Ciò che abbiamo scelto viene chiamato downshifting, scalare marcia, vivere la vita più lentamente. Chiunque di voi ha dei figli sa che i sabati e le domeniche sono i giorni più pregni di significato della settimana, ma anche i più faticosi. Perché se ti vuoi dedicare alle persone che ti circondano devi necessariamente prestare massima attenzione per farli sentire sicuri e protetti. Mentre nella nostra vita “normale” tale compito era affidato ai nostri lavori, alle maestre dei ragazzi, a volte ai nonni o agli zii, ora siamo noi, noi tutti intendo, che abbiamo la responsabilità in primis di noi stessi, in secondo luogo della compagna/o e dei figli.

E il ritmo cambia, e di parecchio.

Bisogno ascoltarsi, soprattutto in uno spazio ristretto come una barca. Bisogna fermarsi ed ascoltarsi. Questo è il coraggio che ci vuole per cambiare. Cambiare le abitudini acquisite in anni di vita “normale” ed affidarsi al proprio Io, quello che era rimasto nascosto mentre battevamo sugli smartphone e sulle tastiere, quello che ci guardava mentre eravamo sul divano a guardare la tv, quello che ci spiava mentre inesorabilmente aspettavamo inconsciamente che la giornata terminasse per riposarci sapendo che il giorno dopo saremmo ripartiti con un bel sorriso stampato in faccia, in poche parole il Bambino che da piccolo si arrampicava sugli alberi e guardava il mondo a testa in giù, e che nel suo profondo sapeva che non voleva essere grande proprio per non assomigliare agli adulti.

Bene, ora stiamo cercando di liberare proprio quell’Io a cui poco importa se le scarpe sono abbinate alla cintura, a cui importa ancora meno dell’opinione degli altri in merito alla sua vita…

L’Io che tutti abbiamo via via smesso di ascoltare ma che tutti dovremmo riuscire almeno a sentire bisbigliare.

Questo è il coraggio di cambiare. Solo sapersi ascoltare.

8 thoughts on “Coraggio

  1. Vi ammiro perchè avete scelto di fare quello che tanti “Don Abbondio” come me non hanno avuto e non hanno il coraggio di fare. I vostri figli frequenteranno una scuola di vita quotidiana che nessuna pubblica istruzione o privata istruzione potrebbe dargli.

    1. Ciao Domenico. È molto difficile aprire una porta dietro la quale non sai cosa c’è ma almeno una volta può succedere di essere troppo curiosi per lasciare proprio quella porta chiusa alle spalle!

  2. Ciao. Io e mio marito l’abbiamo fatto dal 1994 al 2000 con due figli più grandi che avevano già completato gli studi superiori. È stato bellissimo e coinvolgente ed ancora ne godiamo del forte rapporto che continua anche adesso che ci hanno regalato cinque nipoti. Bravi!!
    Sarà più facile di quanto adesso potete immaginare. Auguri di cuore.

  3. Ciao Fabio,
    Ho appena letto la vostra storia sul gazzettino di Rovigo, ora siete sulla prima pagina del mio telefono, leggendo e ascoltando le tue parole, sento che vengono dalla pancia, anzi dal cuore, e si possono tranquillamente tutte sostituire con la parola ” AMORE “….per la vita della vostra famiglia….dovrei farti chiacchierare un pochino con mia moglie…grazie vi seguirò più che posso!!

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